Secondo il sondaggio Covid-19 Consumer/Shopper Survey, realizzato da Bain & Company in collaborazione con Dynata, in Europa le persone che dispongono di servizi streaming hanno registrato un netto incremento, passando dal 40% del periodo pre Covid-19 al 51% di novembre 2021. Questo perché durante la pandemia i consumatori europei hanno incrementato le proprie attività domestiche. Ad esempio, spendendo una quantità di tempo significativa a guardare live TV: a novembre 2021 erano il 51% dei consumatori, contro il 46% del periodo precedente alla pandemia.
Il 36% delle persone però, rispetto al 30% del pre-Covid, ha anche dedicato più tempo alla lettura, mentre i videogame hanno conquistato il 32% degli intervistati, rispetto al 28% di prima della pandemia. Quanto ai podcast vi si è dedicato il 15% degli intervistati, contro il 12% del pre-Covid.

Si beve alcool a casa, ma si vorrebbe tornare al ristorante

In questo contesto, anche il consumo di alcolici, tradizionalmente associato ai momenti di socialità, si è spostato tra le mura domestiche. La percentuale di consumatori europei che oggi dichiara di bere principalmente a casa è il 74%, rispetto al 59% dell’epoca pre-Covid.
“Il 75% degli italiani intervistati a fine 2021 era disposto a tornare a cenare al ristorante, anche al chiuso – commenta Duilio Matrullo, Partner Bain & Company -. Questo dato era migliore della media europea, e in linea con la tradizionale propensione italiana al consumo fuori casa. Crediamo in definitiva nella resilienza del settore della ristorazione, che uscirà comunque profondamente trasformato in termini di formati e di approccio al consumatore”.

Smart working e impatto su industrie e filiere, dal real estate alla tecnologia

Per quanto riguarda lo smart working, non è destinato a scomparire con la fine della pandemia, e non avrà conseguenze solo sulla vita dei lavoratori.
“L’impatto dello smartworking – aggiunge Sergio Iardella, Partner Bain & Company – avrà conseguenze profonde su tantissime industrie e filiere: dal real estate e in generale all’urbanizzazione, fino a tutti i servizi di prossimità, che continueranno ad avere una ripresa strutturale dopo l’epoca delle grandi superfici commerciali fuori città, fino ovviamente a tutti i servizi tecnologici a casa, che subiranno un’accelerazione in termini di volumi e di sofisticazione della domanda”.

Si spende meno nei saloni di bellezza e non si torna in palestra

Per quanto riguarda le spese nei saloni di bellezza, anche in questo caso molti consumatori europei ora si prendono cura di sé nelle proprie case. Ma “gli italiani, da questo punto di vista, sono più fiduciosi della media europea – spiega Matrullo -: il 46% di loro spende meno nei saloni rispetto a quanto facesse prima della pandemia, contro il 48% europeo, e il 54% di loro, contro il 58% europeo, si aspetta che questa contrazione della spesa continui. E il mondo del fitness? Nonostante la riapertura delle palestre alcuni cambiamenti potrebbero essere strutturali. In Europa, il 25% di chi andava in palestra non è più tornato, e in Italia questo trend è ancora più accentuato. Il 34% degli italiani non ha più fatto ritorno in palestra dall’inizio della pandemia.