Luci e ombre sul clima di fiducia percepito dagli italiani nel mese di dicembre 2021. A fotografare la situazione è come sempre l’Istat, che ha analizzato – come è ormai tradizione – il sentiment espresso dai nostri connazionali e dalle imprese del nostro Paese, rilevando delle discrepanze tra le due macrocategorie. Da una parte ci sono i cittadini – per i quali l’Istituto Nazionale di Statistica ha stimato un lieve aumento dell’indice del clima di fiducia (da 117,5 a 117,7) – dall’altro le imprese, il cui indice composito del clima di fiducia flette da 114,8 a 113,1, pur mantenendosi su livelli alti. 

I consumatori i più ottimisti

Commenta così gli indici di fiducia di dicembre Paolo Mameli, senior economist Direzione Studi e Ricerche di Intesa Sanpaolo: “La fiducia delle famiglie è salita a 117,7 da 117,5 precedente, grazie a un maggiore ottimismo in merito alla situazione economica personale e alle condizioni correnti, mentre le indicazioni sul clima economico generale, e le aspettative per il futuro, sono calate. I consumatori si mostrano più fiduciosi sulla situazione attuale del Paese, sul bilancio famigliare e sulle opportunità attuali di acquisto di beni durevoli, ma sono meno ottimisti circa le prospettive economiche dell’Italia e le opportunità sia attuali che future di risparmio. Inoltre, l’inflazione percepita dai consumatori è salita ulteriormente, a un nuovo massimo, e quella attesa per i prossimi 12 mesi è calata solo marginalmente. Infine, i timori sulla disoccupazione sono tornati ad aumentare, sia pure moderatamente, dopo quattro mesi di calo”.
I dati dell’Istat confermano: l’incremento dell’indice di fiducia espresso dai consumatori, seppur di modesta entità, è dovuto essenzialmente ad un miglioramento del clima personale (da 110,0 a 110,4) e di quello corrente (da 115,2 a 115,6). Diverso invece il discorso per quanto riguarda lo scenario economico e le prospettive future, che appiano nel segno del pessimismo. Il clima economico e quello futuro sono, infatti, in leggero peggioramento (i relativi indici calano, rispettivamente, da 139,8 a 139,6 e da 121,0 a 120,8).

Le imprese più caute

In generale, le imprese esprimono un peggioramento delle aspettative sulla produzione nel manifatturiero, di quelle sugli ordini nei servizi e di quelle sull’occupazione presso l’impresa nelle costruzioni. L’indice di fiducia è in diminuzione nell’industria manifatturiera (da 115,9 a 115,2) e nei servizi di mercato (da 111,3 a 110,2) mentre aumenta nelle costruzioni (da 157,4 a 159,1) e nel commercio al dettaglio (da 106,8 a 107,4). Quanto alle componenti degli indici di fiducia, nella manifattura migliorano leggermente i giudizi sugli ordini mentre diminuisce l’ottimismo delle aspettative sulla produzione e le scorte sono giudicate in accumulo. Nei servizi di mercato, il calo dell’indice è determinato dalle aspettative sugli ordini che diminuiscono marcatamente soprattutto nel settore dei servizi turistici, che negli ultimi mesi hanno visto messa in difficoltà la loro attività dalla pandemia e da tutte le relative limitazioni.