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Cybersecurity e sostenibilità: le best practice di un’interazione

Oggi la cybersecurity dovrebbe essere ripensata secondo logiche diverse, che comprendano tutto l’ecosistema della sicurezza digitale. La sicurezza informatica non riguarda più soltanto le infrastrutture digitali, ma anche le persone e le cose. Un attacco informatico di una certa portata può infatti avere drammatici effetti a cascata su un’intera comunità, dalle istituzioni ai cittadini. Si pensi, ad esempio, alle possibili interruzioni di servizi fondamentali come le telecomunicazioni o altri pubblici servizi. Sostenibilità e cybersecurity hanno quindi un forte legame. E appare sempre più necessario mettere in atto best practice che agiscano sulle persone, oltre che sui processi, per migliorare la sicurezza nel suo complesso.

Logiche ESG per combattere i cyber rischi 

In termini di obiettivi ESG, migliorare la sicurezza di un’organizzazione significa renderla più efficiente e quindi più sostenibile. Ma per fare ciò non è sufficiente dotarsi di una policy aziendale sulla sicurezza, bisogna metterla in pratica sia con azioni concrete di sorveglianza e manutenzione fisica delle strutture, sia con precise politiche di sicurezza e controllo basate su standard validi a livello internazionale. In tal modo, la standardizzazione della cybersecurity agevolerebbe l’operato delle aziende, facendola di fatto rientrare tra le logiche ESG.
D’altronde la sostenibilità altro non è che l’utilizzo delle risorse secondo i propri bisogni attuali ma senza esaurirle. Lo stesso vale nell’ambito della sicurezza informatica. La sostenibilità si raggiunge nella riduzione dei cyber rischi, minimizzando i costi e massimizzando l’efficacia dei processi.

Un cambio di approccio nei processi aziendali

Anche il World Economic Forum ha sottolineato come la cybersecurity sia da considerare un elemento ESG. Prima di tutto perché la maggioranza (90%) del valore patrimoniale delle organizzazioni non è di natura fisica. Secondo, tutte le organizzazioni hanno aumentato decisamente le transazioni digitali con conseguente impennata dei crimini informatici. Terzo, è preferibile migliorare i livelli di sicurezza informatica piuttosto che spendere capitali per porre rimedio ai danni causati.
Insomma, meglio prevenire che curare. Ma il processo di consolidamento tra sostenibilità e cybersecurity prevede una serie di best practice che spesso implicano un cambio di approccio da parte di diversi attori coinvolti nei processi.

Aggiornare le skills informatiche delle persone

Tra le best practice, rientrano il mantenimento di politiche di sicurezza dei dati da parte delle organizzazioni, l’aggiornamento delle competenze in ambito cybersecurity di dipendenti e collaboratori, e l’impegno nella gestione di piani di valutazione dei rischi e di piani di continuità.
In particolare, l’aspetto dell’aggiornamento delle skills informatiche risulta a oggi spesso solo formale, con un coinvolgimento attivo marginale delle persone.
Al contrario, riporta Adnkronos, il ruolo e i comportamenti di ognuno di noi sono importanti per arginare il fenomeno dei crimini informatici, e raggiungere una sinergia tra cybersecurity e sostenibilità, in azienda come a livello globale.

Gli italiani, la genitorialità e la maternità surrogata. Cosa ne pensano?

Secondo un sondaggio Ipsos, condotto in occasione della Festa della Mamma 2023, anche oggi diventare genitore è considerato uno step importante della vita, ma non per tutti fondamentale per sentirsi realizzati. E rispetto alla maternità surrogata gli italiani mostrano un atteggiamento tendenzialmente favorevole, pur con molte incertezze. Di fatto, il 41% del campione considera diventare genitori abbastanza importante, anche se ci si può realizzare in altri modi. Ne sono convinti in particolare Boomers e Silent, in particolare, le madri con più di 50 anni: tra queste la percentuale sale addirittura al 57%. Il 31% del campione, e soprattutto i papà (38% tra under-50, 46% tra over-50), attribuisce alla genitorialità un’importanza ancora maggiore per la realizzazione personale, considerandola molto importante o fondamentale.

Mamme di oggi vs mamme di ieri 

Di contro, il 28% considera poco importante o addirittura irrilevante l’esser genitori per sentirsi realizzati. Soprattutto GenZ e Millennials, prevalentemente al Nord, e ancora, tra laureati e non credenti. Nel confronto tra mamme di oggi e mamme del passato emerge in generale un atteggiamento critico verso le prime. La maggioranza è infatti convinta che oggi le mamme siano più permissive (82%), meno capaci di trasmettere valori ed educazione ai figli (74%), più stanche, indifferenti e passive (60%), e più in conflitto con i figli (54%).
Gli unici tratti positivi riguardano la maggiore informazione sulla vita dei figli e dei loro coetanei (52%), e il maggiore aiuto da parte del partner (70%).

Maternità surrogata: un tema che divide

La questione più ‘calda’ dal punto di vista del dibattito politico è la maternità surrogata. Ipsos non registra tanto le opinioni sulla pratica in sé quanto sull’opportunità di registrare come figli di entrambi i genitori i figli nati all’estero tramite questo sistema, laddove questo sia consentito, una volta rientrati in Italia. Su questo aspetto specifico, recentemente al centro delle polemiche politiche, gli italiani mostrano un atteggiamento tendenzialmente favorevole. Il 40% si dichiara favorevole alla registrazione, ma oltre un italiano su tre (36%) non riesce a esprimersi. A essere contrario è il 24%.
Si rileva poi una differenza sensibile tra uomini e donne, indifferentemente dall’età e dall’essere o meno genitori. I pareri favorevoli salgono al 44% tra le donne, mentre si fermano al 35% tra gli uomini.

Un atteggiamento trasversalmente aperto

Non sorprende, poi, che le opinioni sul tema risultino molto correlate all’orientamento politico degli intervistati. Tra chi si colloca a destra o nell’estrema destra la quota dei favorevoli passa in minoranza (26%) e prevalgono i contrari (45%), mentre a sinistra o nel centrosinistra le posizioni favorevoli sono decisamente più marcate (rispettivamente 55% e 56%). Da notare che anche tra chi dichiara di collocarsi politicamente al centro o nel centrodestra prevalgono, seppur di poco, i pareri favorevoli (rispettivamente 38% e 37%) su quelli contrari (34% e 27%). Segno di un atteggiamento trasversalmente aperto verso queste ipotesi, pur nell’incertezza testimoniata dal grande numero di opinioni incerte.

Gli effetti dell’inflazione sul Retail del Largo Consumo 

A livello europeo, il 60% dei consumatori oggi dichiara di prestare maggiore attenzione al prezzo rispetto al passato, e il 54% cerca o aspetta promozioni speciali per finalizzare i propri acquisti.
I consumatori di tutta Europa stanno subendo gli effetti dell’inflazione sull’aumento del costo della vita. Un’analisi realizzata da GfK su 15 Paesi europei mostra infatti come il 93% dei consumatori abbia già modificato le proprie abitudini di acquisto per risparmiare. E più della metà degli intervistati afferma che non si tratta di una decisione volontaria, ma che il cambiamento delle abitudini di acquisto è legato all’andamento dei prezzi.

Gli italiani e le strategie per ridurre i costi

Tra le misure messe in campo dagli italiani per ridurre i costi, al primo posto c’è la scelta di mangiare più spesso a casa al posto di andare al ristorante. Quasi il 60% degli italiani dichiara infatti di farlo più spesso che in passato. 
Tra le altre iniziative più citate rientrano quelle connesse al tema del risparmio energetico, ad esempio, la scelta di utilizzare maggiormente gli elettrodomestici in modalità ‘ecologica’, o addirittura utilizzarli meno di frequente per ridurre il consumo di energia. Inoltre, il 45% degli italiani dichiara di fare più spesso acquisti in diversi negozi per trovare i prezzi migliori, mentre il 37% ha incrementato l’acquisto di prodotti ‘private label’ rispetto al passato.

Meno alcolici, dolciumi e cosmetici più spesa al Discount

Le prime tre categorie di prodotto per le quali i consumatori europei dichiarano di voler modificare i propri comportamenti di acquisto sono bevande alcoliche (50%), dolciumi (48%) e cosmetici (42%).
Ma l’effetto del cambiamento delle abitudini dei consumatori si riflette anche sulle tipologie di negozio. In questa fase, infatti, fattori razionali come la disponibilità di promozioni interessanti,o di prodottiprivate label a basso costo, condizionano maggiormente i consumatori nella scelta del negozio rispetto a fattori emotivi (cordialità del personale o rapidità del servizio). E a livello europeo, i Discount registrano un incremento del +15% tra chi intende aumentarvi gli acquisti nei prossimi sei mesi.

“Elaborare le giuste offerte sui giusti canali”

L’attuale crisi economica quindi non solo influisce sul sentiment, ma comporta compromessi e strategie di risparmio messe in campo dai consumatori. Per Retailer e Produttori è più importante che mai rimanere al passo con queste tendenze.
“Comprendere le nuove esigenze dei consumatori è fondamentale per elaborare le giuste offerte sui giusti canali – commenta Marco Pellizzoni, Commercial Director Consumer Panel & Services di GfK Italia -. Nel contesto attuale i prodotti innovativi, in grado di soddisfare i bisogni razionali e che offrono allo tempo stesso vantaggi emotivi o sociali per i consumatori, hanno buone possibilità di successo. Ad esempio, Retailer e Produttori possono aiutare i consumatori a non sprecare il cibo, offrendo porzioni più piccole o sconti in prossimità della data di scadenza”.

Giornata della Terra, gli italiani e il climate change 

Il 22 aprile di ogni anno si celebra la Giornata della Terra, una manifestazione globale per promuovere la sostenibilità ambientale e la salvaguardia del nostro pianeta. 
In occasione di questo appuntamento, Ipsos ha condotto un sondaggio internazionale interpellando oltre 21.000 persone distribuite in 29 Paesi, tra i quali anche l’Italia. L’obiettivo della ricerca era esplorare le opinioni relative al cambiamento climatico e le azioni che le persone percepiscono come essere più impattanti nella riduzione della CO2.

Meno sensibilità sul tema: colpa di altre crisi globali

Dai risultati è emerso come solamente il 29% degli italiani ritenga che il governo abbia un chiaro piano per lavorare contro i cambiamenti climatici e come questa convinzione sia in calo rispetto all’anno scorso, probabilmente a causa dell’impatto delle tante altre crisi che stiamo attualmente vivendo. Al contempo, le persone tendono a considerare la lotta al cambiamento climatico come una responsabilità da condividere tra singoli individui (62%), governo (55%) e aziende (52%). Tuttavia, soltanto il 28% degli intervistati vede il proprio paese come leader nell’affrontare il cambiamento climatico; in Italia, tale percentuale è in linea con quella di Francia, Canada ed Olanda mentre i valori più elevati si registrano in India (71%), Malesia (51%) e Brasile (42%). La maggioranza concorda sul fatto che non è possibile affrontare completamente il cambiamento climatico senza la collaborazione di tutti i paesi: lo pensano il 66% su scala internazionale ed addirittura il 71% nel nostro paese.

Più oneri ai paesi ritenuti maggiormente “responsabili”

La maggioranza dell’opinione pubblica italiana (per l’esattezza il 61%) ritiene anche che l’onere maggiore dovrebbe ricadere sui paesi più responsabili del climate change ed economicamente sviluppati. Circa sette persone su dieci, invece, reputano che se ognuno facesse piccoli cambiamenti nella propria vita quotidiana, potrebbe avere un grande impatto nella lotta al cambiamento climatico. Nonostante le difficili condizioni economiche contingenti, infatti, solo il 23% pensa che sia troppo tardi per fare qualcosa mentre ben 41%, quindi circa 4 persone su dieci in Italia, ritengono che sia proprio adesso il  momento giusto per investire in misure contro il progredire del cambiamento climatico. 

Comportamenti sostenibili per ridurre le emissioni di carbonio: percezione contro realtà

In ultima analisi, il sondaggio d’opinione Ipsos rivela che a livello internazionale continua a persistere il cosiddetto “believe-true gap”, ciò significa che le persone tendono a percepire l’impatto di alcune azioni, messe in atto per ridurre le emissioni di CO2, in misura maggiore rispetto a quello effettivo. Si registra ancora confusione su quali siano i comportamenti più sostenibili da adottare che hanno un impatto maggiore sulla lotta al cambiamento climatico, seppur con qualche progresso rispetto allo scorso anno.
In particolare, rispetto al 2022, è aumentata la consapevolezza dell’impatto positivo che il passaggio alle energie rinnovabili può avere, classificato dal campione intervistato come il miglior modo per ridurre le emissioni di carbonio (al quarto posto in termini di impatto effettivo*), con un aumento di 8 punti percentuali.

e-commerce: gli italiani continuano ad acquistare online, anche con l’inflazione

Il 2022 verrà ricordato come l’anno del prepotente ritorno dell’inflazione, di una situazione geopolitica internazionale incerta e di un conseguente ridotto potere d’acquisto da parte dei consumatori. Non sorprende, quindi, che rispetto al 2021 la quota dei cosiddetti acquirenti intensivi, ovvero quelli che fanno acquisti online almeno una volta alla settimana, sia calata di oltre due punti percentuali. In ogni caso, anche nel post Covid il 61% dei consumatori italiani continua a effettuare un acquisto online almeno una volta al mese, e il 24% una volta alla settimana. È quanto emerge dal Report annuale sull’e-commerce italiano pubblicato da idealo, il portale internazionale di comparazione prezzi.

Sul podio elettronica, moda & abbigliamento e scarpe 

Negli ultimi tre mesi, il 43% degli utenti online ha acquistato un prodotto di elettronica, uno del settore moda & abbigliamento (41%) e uno relativo al comparto delle scarpe (33%). Oltre il podio, registrano ottimi risultati anche il settore bellezza & profumi (32%), giocattoli & gaming (26%), medicine e prodotti per la salute (25%) e food & beverage (21%). Completano la top ten, il settore pet (20%), sport & outdoor (16%) e arredamento & giardino (15%). Confrontando i dati 2021 con il 2022 si evidenzia come ogni settore abbia fatto registrare una crescita di interesse, a partire da giocattoli & gaming (+78%), bambini & neonati (+59%) prodotti per animali (+52%), elettronica (+35%) e arredamento & giardino (+33%).

Chi compra online e cosa?

Nell’ultimo mese circa l’80% delle donne ha effettuato un acquisto tramite e-commerce, a fronte del 78% degli uomini. I settori online di maggiore interesse per il mondo maschile sono quello dell’elettronica (53%), scarpe & sneakers (32%) e moda & accessori (32%). Per l’universo femminile, moda & accessori (52%), prodotti per bellezza & profumi (46%) e scarpe & sneakers (34%).
La fascia di età più attiva è quella tra 35-44 anni, di cui oltre l’86% ha fatto almeno un acquisto online nell’ultimo mese. Seguono 44-55enni (85%), 25-34enni (76%), over 55 (75%) e i giovanissimi tra 16-24 anni (65%). L’elettronica di consumo, riporta Ansa, è la categoria con più acquisti online per le persone dai 25 anni in su, mentre gli under 24 danno più importanza a moda e accessori.

Se aumentano i prezzi confrontare equivale a risparmiare

Analizzando le oltre 2000 categorie di prodotto presenti sul portale italiano di idealo emerge che negli ultimi tre anni circa 1.200 categorie hanno registrato un costo medio più alto. Grazie all’andamento del prezzo di ogni prodotto idealo ha stimato le fluttuazioni per le categorie con il maggior numero di intenzioni di acquisto. In particolare, chi ha acquistato schede video nel 2022 ha ottenuto un risparmio medio superiore al 30% nell’arco di un anno, mentre chi ha comprato televisori e console di gioco ha sperimentato risparmi medi superiori al 20%. Per fotocamere digitali, tablet, notebook, smartphone e lavatrici i ribassi sono stati superiori al 15%, e per giacche, frigoriferi, profumi, stampanti e aspirapolvere superiori al 10%.

Tutti fan delle emoji: anche nelle comunicazioni di lavoro

Secondo un recente sondaggio condotto da Skebby.it, più del 42% dei rispondenti ha dichiarato di utilizzare le emoji anche nelle comunicazioni di lavoro, mentre solo il 3% le utilizza in mail destinate ai clienti e partner commerciali. Le emoji, create per i primi clienti di telefonia mobile giapponesi alla fine degli anni ’90, sono diventate sempre più popolari grazie all’uso diffuso degli smartphone e dei social media. Inizialmente utilizzate principalmente per esprimere emozioni e stati d’animo nelle conversazioni con amici e familiari, ora le emoji sono diventate un elemento comune nelle comunicazioni professionali. Insomma, faccine, simboli, animaletti e piccoli disegni fanno ormai parte della nostra vita quotidiana e delle più diverse forme di comunicazione digitale.

Obiettivo: rendere i messaggi più coinvolgenti

Il crescente utilizzo delle emoji nel mondo del lavoro è dovuto alla diffusione della messaggistica istantanea e degli SMS. Questi ultimi, in particolare, stanno vivendo una seconda giovinezza nell’ambito professionale. In questo contesto, le emoji possono essere utilizzate per rendere i messaggi più coinvolgenti ed efficaci, ad esempio per inviare promemoria di appuntamenti, conferme di spedizioni, password temporanee, e comunicazioni di marketing.

Quanto e con chi si usano

il 42% degli intervistati dichiara di utilizzare emoji anche quando invia messaggi ed e-mail ai colleghi e il 3% afferma di farlo anche nelle e-mail a clienti e business partner. Ne va da sé che con una buona penetrazione anche nel mondo professionale le emoji non possono che essere utilizzatissime nella sfera privata e, infatti, dal sondaggio emerge come sia ben il 77% ad avvalersene nelle conversazioni con la famiglia e addirittura l’84% nelle comunicazioni con gli amici. nel sondaggio della piattaforma che offre servizi professionali di mobile marketing & service solo il 7% degli intervistati ha dichiarato di non utilizzare mai le emoji.

Non piacciono proprio a tutti

Tuttavia, non tutti sono entusiasti dell’uso delle emoji sul posto di lavoro. Alcuni ritengono che possano essere poco professionali e che soprattutto possano causare malintesi. È quindi importante fare attenzione a come si utilizzano le emoji e ad assicurarsi che siano appropriate per il contesto e la persona con cui si sta comunicando. In generale, comunque, sembra che le emoji siano qui per restare, sia nella vita personale che professionale. Anzi, se ne aspettano sempre di nuove…

Bambini europei a rischio online: forse sopravvalutano le loro conoscenze?

Quali sono le conoscenze dei bambini europei in merito alla sicurezza online? Risponde la ricerca di Kaspersky Troppo sicuri e troppo esposti: i bambini sono sicuri online? condotta da Censuswide su 6.382 bambini, di cui 1.013 in Italia, e 6.665 adulti (1.000 in Italia) in 8 Paesi europei.La ricerca ha chiesto agli intervistati quali fossero le loro conoscenze in materia di sicurezza online, se sapessero cosa fosse un tentativo di phishing, quante informazioni condividessero online e a chi si affidassero per identificare potenziali minacce. E dai risultati emerge che il 72% dei giovani intervistati non è in grado di identificare uno o più tentativi di phishing, e non sa distinguere un’email fasulla da una legittima. 

Eccessiva sicurezza e condivisione

Inoltre, il 39% dei bambini di 11-15 anni che dichiarano di essere informati sulla sicurezza online sono stati loro stessi vittime di phishing, evidenziando come i più piccoli sopravvalutino le proprie conoscenze in tema di sicurezza online esponendosi a rischi e pericoli. Nonostante molti giovani under 18 si ritengano ‘cyber aware’, la ricerca rivela poi che oltre la metà (55%) ammette ancora di inserire informazioni personali come il proprio nome e la data di nascita sui social media. E il 54% dichiara che sarebbe anche disposto a rivelare il nome del proprio animale domestico (spesso usato come password) e del programma televisivo preferito.

Più formazione per tutte le generazioni

Questa ingenuità si scontra con il presunto livello di conoscenza informatica da parte dei più giovani: giochi e quiz online sono spesso utilizzati dai criminali informatici come strumenti per raccogliere quante più informazioni possibili sugli utenti. Ma meno della metà (42%) degli adulti intervistati sta aiutando i propri figli o i più giovani a identificare le truffe di phishing. Infatti, il 40% degli adulti coinvolti nella ricerca, per loro stessa ammissione, non è affatto informato quando si tratta di sicurezza online, e quasi un quinto (19%) ammette di essere stato vittima di truffe di phishing, percentuale che aumenta in Italia, raggiungendo il 32%. Questo suggerisce la necessità di una maggiore formazione e informazione online per tutte le età, per aiutare ogni generazione a sentirsi al sicuro in rete.

“La conoscenza è potere, ma da sola non è sufficiente”

“La conoscenza è potere, ma da sola non è sufficiente quando si tratta di sicurezza online – dichiara David Emm, Principal Security Researcher Global Research and Analysis Team di Kaspersky -. I nostri risultati dimostrano che una preparazione parziale può essere molto pericolosa per i bambini. L’eccesso di sicurezza che abbiamo evidenziato nel report li espone a forti rischi di minacce online. Per questo motivo, la formazione sulla sicurezza online deve essere ampliata per comprendere anche i pericoli legati ai contenuti e al tipo di attacchi a cui siamo esposti ogni giorno online. L’educazione alla sicurezza informatica non può essere rivolta solo ai bambini, ma deve essere estesa anche alle generazioni più adulte”.

Come scegliere la location perfetta per una festa di compleanno

Articolo in evidenza

Una scelta accurata può fare la differenza tra una festa indimenticabile e una deludente. Per questo motivo abbiamo deciso di fornirti di seguito alcuni consigli utili per aiutarti ad individuare la location perfetta.

Si tratta di prestare attenzione a piccoli ma importanti fattori, grazie ai quali potrai essere sicuro di aver individuato la struttura giusta per le esigenze di spazio e le opportunità di divertimento che desideri offrire a tutti i partecipanti.

Ecco allora di seguito quali sono le cose cui prestare attenzione quando vuoi scegliere la location giusta per una festa di compleanno.

Il numero di partecipanti

Prima di tutto, è importante determinare il numero di piccoli invitati che prenderanno parte alla festa. È fondamentale scegliere una location per feste di compleanno che possa ospitare tutti quanti.

Se invece stai organizzando una festa più intima, una location più piccola e accogliente potrebbe essere l’ideale. Al contrario, se gli invitati sono alquanto numerosi fai bene a scegliere una location più ampia e spaziosa.

Facilità di parcheggio

La location individuata dovrebbe essere facilmente raggiungibile per tutti i tuoi invitati. Se la maggior parte dei partecipanti arriverà in auto, fai bene a scegliere una location che abbia un ampio parcheggio riservato ai clienti.

Se, invece, ti trovi in un’area nella quale molti sono soliti utilizzare i mezzi pubblici, faresti bene ad optare per una location che si trovi nei pressi delle fermate degli autobus o della metro, così da richiedere solo un breve tratto finale da percorrere a piedi.

Considera il tuo budget

Stabilisci un budget realistico e cerca una location che non lo superi, offrendo comunque tutto quel che hai preventivato a livello di servizi e opportunità.

Esistono location più economiche ed altre che costano un pochino di più, tutto dipende da quel che vuoi fare. In alcuni casi è possibile usufruire di promozioni davvero interessanti.

L’ambiente

L’ambiente è un altro fattore importante da considerare: se stai organizzando una festa a tema, cerca una location che si adatti alla tua idea.

Se, invece, vuoi creare un’atmosfera intima e più raccolta, una location più piccola e suggestiva può essere perfetta.

Per una festa per bambini, cerca una location che abbia spazi adatti ai più piccoli o che offra loro anche la possibilità di poter usufruire di strutture pensate appositamente per il loro divertimento ed il gioco in generale.

Questo può aggiungere un tocco di magia alla tua festa ed offrire il divertimento perfetto per creare ricordi indimenticabili.

I servizi

Se hai bisogno di un catering, verifica che la location individuata offra questo tipo di servizio. Se invece stai organizzando una festa con musica dal vivo, verifica che la location abbia l’attrezzatura necessaria per ospitare gli artisti ed il sistema di amplificazione.

Se desideri creare un’atmosfera particolare, controlla se la location offra servizi come l’illuminazione scenica o l’effetto fumo.

Una volta individuata la location che pensi possa fare al caso tuo, verifica che questa sia disponibile per la data della festa di compleanno del tuo bambino. Riserva la sala in anticipo per evitare che qualcun altro lo faccia prima di te.

Conclusione

Come vedi, scegliere la location perfetta per la festa di compleanno dei tuoi bambini richiede un po’ di lavoro di ricerca e pazienza, ma ne varrà sicuramente la pena quando vedrai i sorrisi dei festeggiati e dei piccoli invitati, così come i bei ricordi che avrete insieme di quel giorno così speciale.

Speriamo che questi suggerimenti ti siano stati utili per capire come trovare la location perfetta per la festa di compleanno dei tuoi bimbi!

Quando bisogna sostituire la vecchia macchina da cucire?

Articolo in evidenza

Se stai leggendo questo articolo, probabilmente stai cercando di capire se la tua attuale macchina da cucire stia raggiungendo il limite della sua vita utile o se sia ancora possibile adoperarla per molto tempo ancora.

Prima di iniziare, è importante sottolineare che la scelta di sostituire la tua macchina da cucire dipende da diversi fattori come il tipo di progetti che realizzi e la frequenza con cui la utilizzi.

Detto questo, vediamo di capire insieme quando è il momento giusto per sostituire la tua macchina da cucire.

Quando è il momento di sostituire la macchina da cucire

  • La tua macchina da cucire è vecchia: se la tua attuale macchina da cucire ha ormai tanti anni alle spalle, potrebbe essere il momento di sostituirla. Come qualsiasi altro dispositivo infatti, le macchine da cucire si usurano col tempo e l’usura può causare problemi di funzionamento. Inoltre, le vecchie macchine da cucire potrebbero non essere in grado di gestire i tessuti più spessi o le cuciture più complesse.
  • Riparazioni frequenti: se effettui spesso riparazioni alla tua macchina da cucire, potrebbe essere il segnale che sia arrivato il momento di sostituirla. Alcune riparazioni potrebbero anche essere  costose e, a lungo andare, potrebbe essere più conveniente acquistare una nuova macchina.
  • Mancanza di funzioni: se hai bisogno di funzioni specifiche di cui la tua macchina da cucire non dispone, potrebbe essere il momento di sostituirla. Ad esempio, se vuoi creare ricami o cucire tessuti elastici, potrebbe essere necessario un modello più avanzato con apposita funzione per i tessuti elastici.
  • Progetti più particolari: se hai migliorato le tue capacità di cucito e sei pronta per progetti più particolari, potrebbe essere il momento di passare ad una macchina da cucire più sofisticata. Un dispositivo più avanzato offre infatti una maggiore flessibilità e funzioni per gestire i tessuti più difficili e i progetti più complessi.
  • Cucitura irregolare: se la tua macchina da cucire effettua cuciture irregolari, potrebbe essere un malfunzionamento che evidenzia il momento di sostituirla. Potrebbe trattarsi infatti di un segnale relativo a problemi meccanici o elettronici che non possono essere riparati.
  • Rumore o vibrazioni eccessivi: se la tua macchina da cucire emette rumori o vibrazioni eccessivi durante l’uso, potresti pensare di sostituirla. I nuovi modelli sono infatti molto più stabili e silenziosi, ed è molto più piacevole lavorare con un dispositivo del genere.
  • Costo di riparazione elevato: se hai una macchina da cucire che non puoi adoperare perché guasta, ed il costo della riparazione supera quasi il costo di una nuova macchina, allora potrebbe essere il momento di sostituirla. In alcuni casi infatti, le riparazioni possono costare più della metà del prezzo di un nuovo dispositivo.
  • Innovazioni tecnologiche: se sei un’appassionata di cucito e vuoi poter disporre delle ultime innovazioni tecnologiche, potrebbe essere il momento di passare a una nuova macchina da cucire. Le macchine da cucire moderne offrono infatti funzionalità avanzate, come ad esempio un comodo display LCD per interagire più facilmente con il dispositivo.

Come scegliere la nuova macchina da cucire

Una volta deciso di sostituire la tua vecchia macchina da cucire, è importante scegliere quella giusta per fare un acquisto mirato.

Considera innanzitutto la tipologia di cucito che effettui normalmente e scegli una macchina da cucire che ti consenta di lavorare agevolmente. Se sei un’appassionata di quilting, ad esempio, potresti cercare una macchina da cucire con un’area di lavoro più grande.

Molto dipende chiaramente dal budget a disposizione, dato che il prezzo delle macchine da cucire può variare da poche centinaia di euro a migliaia di euro. Chiaramente prima di acquistare fai bene a leggere le recensioni degli utenti, ed in generale è una buona idea quella di scegliere una marca che produce macchine da cucire di qualità e per questo affidabili.

Suggerimenti aggiuntivi

Per far durare a lungo la tua nuova macchina da cucire, ricorda che è importante fare manutenzione regolarmente. Questo significa pulire la macchina da cucire periodicamente e sostituire eventuali parti che possono usurarsi nel tempo.

Fai bene infine a scegliere gli accessori giusti come piedini, aghi e fili di alta qualità. Questo aiuterà a ottenere cuciture di alta qualità e a mantenere sempre la tua macchina da cucire in buone condizioni.

Pagamenti digitali: 397 miliardi di euro di transato nel 2022 

In Italia il transato con strumenti di pagamento digitale continua a crescere a doppia cifra, e nel 2022 raggiunge 397 miliardi, pari al 40% dei consumi.  Si tratta di un valore che include sia i pagamenti basati su carte e wallet (390 miliardi di euro, in crescita del +18% rispetto al 2021), sia i pagamenti basati su conto corrente, corrispondenti a 7 miliardi di euro di transato. La crescita generale si riflette su tutte le componenti, sia su quelle più tradizionali, come le carte, dove i pagamenti Contactless raggiungono 186 miliardi di euro (+45% sul 2021), sia sui nuovi metodi di pagamento, gli Innovative Payments, che registrano un valore di 20,3 miliardi (+107%). Sono alcune evidenze emerse dall’Osservatorio Innovative Payments della School of Management del Politecnico di Milano.

Mobile e Wearable

All’interno degli Innovative Payments, sono Mobile e Wearable a rappresentare le due componenti fondamentali della crescita. Nel corso del 2022, infatti, gli italiani hanno usato sempre di più smartphone o dispositivi indossabili per effettuare pagamenti in negozio, per un totale di 16,3 miliardi di euro di transato (+122% rispetto al 2021). Lo smartphone è inoltre centrale anche nelle sperimentazioni di nuove versioni delle valute di banca centrale, le cosiddette Central Bank Digital Currency (CBDC). I progetti più avanzati in questo ambito sono concentrati nei Paesi Asiatici, ma anche l’Unione Europea ha avviato i lavori per implementare il cosiddetto Euro Digitale, e sta considerando lo sviluppo di un’app che ne permetta l’utilizzo in negozio, in modalità contactless o con QR code, e anche online.

Buy Now Pay Later

Tra i servizi correlati al pagamento che stanno destando sempre più interesse tra i consumatori c’è sicuramente il Buy Now Pay Later (BNPL). La sua crescita ha caratterizzato il 2021 e si conferma anche nel 2022, contribuendo in maniera significativa all’incremento generale dei pagamenti digitali. Il 13% degli italiani ha dichiarato di avere già utilizzato questo tipo di servizio per uno o più acquisti online e/o in negozio, mentre il 33% è intenzionato a servirsene in futuro (67% se si considerano anche gli indecisi). Nel 2022 le transazioni BNPL hanno raggiunto i 2,3 miliardi di euro, con una crescita del +253% rispetto al 2021. L’86% del valore, inoltre, riguarda acquisti effettuati su Internet, un risultato che porta il BNPL a rappresentare circa il 4% di penetrazione nel mondo online.

Digital Wallet e identità digitale

A livello europeo cresce poi l’attenzione sui Digital Wallet, con particolare attenzione al tema dell’identità digitale come abilitatore, non solo, di pagamenti. La recente revisione del regolamento eIDAS ha proprio lo scopo di introdurre nel 2024 l’European Union Digital Identity Wallet (EUDI wallet), un insieme di servizi certificati che permette agli utenti di richiedere, conservare e condividere le informazioni personali per accedere ai servizi online e firmare documenti elettronici.

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